LA NATO E LE NUOVE MINACCE GLOBALI
“L’Italia crede fermamente nell’Alleanza Atlantica come pilastro della sicurezza europea e internazionale”. Così si è rivolto lo scorso lunedì al segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in visita a Roma, il premier Giuseppe Conte, dissolvendo ogni dubbio sulla collocazione euro-atlantica del governo giallo-verde. Certo, rimane l’apertura alla Russia, nonché l’intenzione di proporre una revisione del sistema sanzionatorio a livello europeo, ma tutto questo non sembra poter mettere in discussione la coesione atlantica. Inoltre, rimane l’incognita sulle missioni internazionali, per cui un eventuale ridimensionamento si ripercuoterebbe sulla credibilità e sul peso politico che l’Italia ha guadagnato nel tempo, tra l’altro in un contesto internazionale sempre più incerto, con minacce in rapida evoluzione, e in prossimità del Summit dei capi di Stato e di governo a Bruxelles, l’11 e 12 luglio.
Di tutto questo si parlerà venerdì prossimo alla Camera, nel seminario “Nato versus the new global threats”, organizzato dalla Nato Defense College Foundation in collaborazione con il Balkan Trust for Democracy, e con il supporto della delegazione italiana all’Assemblea parlamentare della Nato.
Oltre ai presidenti della Fondazione e della delegazione, Alessandro Minuto Rizzo e Andrea Manciulli, interverranno, tra gli altri, Antonio Missiroli (assistant del segretario generale della Nato per Emerging security challenges), Michał Baranowski (direttore dell’ufficio di Varsavia del German Marshall Fund of the United States), Federica Favi (capo del dipartimento Nato presso il Maeci), Stefano Silvestri (vice presidente della Fondazione, direttore editoriale di AffarInternazionali e consigliere scientifico dello Iai), Gordana Delic (direttore del Balkan Trust for Democracy di Belgrado), Stevo Pendarovski, (coordinatore nazionale della Macedonia per la membership nella Nato), Thierry Tardy (direttore della Research division del Nato Defense College di Roma) e l’ammiraglio Giampaolo Di Paola, già ministro della Difesa.
La giornata si articolerà su tre sessioni. La prima sarà dedicata a “Difesa collettiva e deterrenza”, con una particolare attenzione all’evoluzione delle minacce e all’adattamento del sistema di difesa dell’Alleanza. La seconda verterà sul “Contesto strategico in transizione”, e si focalizzerà sugli scenari operativi recenti, dalla partecipazione dalla Coalizione anti-Isis, alla missione in Afghanistan. La terza, infine, tratterà del “Open door policy”, un tema che riguarda soprattutto i Balcani.
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