Mancano circa 60 giorni (la finestra di lancio rimarrà aperta fino all’8 giugno) al lancio della prossima missione Nasa verso Marte, InSIght (Interior Exploration using Seismic Investigations, Geodesy and Heat Transport). Con questa missione la Nasa studierà per la prima volta l’interno del Pianeta Rosso. Una volta arrivato, a novembre prossimo, il lander farà i suoi rilievi nella regione Elysium Planitia. Si tratta di una missione molto attesa dalla comunità scientifica mondiale, perché InSight sarà in grado di esaminare il sottosuolo marziano, analizzare l’attività sismica e geodesia e raccogliere elementi sull’evoluzione dei pianeti rocciosi.
Il lander, assemblato da Lockheed Martin, partirà dalla base di Vandenberg a bordo di un vettore Atlas V di ULA. Questa missione era stata inizialmente pianificata nel 2016, ma problemi tecnici avevano determinato un rinvio. InSight è stato progettato come il lander Phoenix, sempre della Nasa, arrivato su Marte nel 2008, rimasto operativo solo pochi mesi. A poche settimane dall’arrivo, InSight attiverà il braccio robotico e tutti gli strumenti scientifici, tra cui il sismometro francese Seis e la sonda termometrica di costruzione tedesca HP3.
Non essendo un rover – fanno sapere gli esperti – non potrà muoversi liberamente sulla superficie di Marte, come Curiosity od Opportunity. Pertanto se dovesse sbagliare l’obiettivo, non potrà essere spostato. Come spiegato da Tom Hoffman, project manager di InSight per il Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, la navicella sarà, dopo il caricamento del carburante necessario per arrivare fino a Marte, sottoposta a un test per determinare con precisione il centro di massa. “Questo dato è necessario per essere certi che l’ingresso e la discesa nell’atmosfera di Marte vadano secondo i piani”.
Anche l’Europa e l’Italia si occuperanno del sottosuolo marziano, grazie alla misisone ExoMars 2020, per la quale all’inizio del mese sono stati completati i test di qualifica spaziale della trivella realizzata da Leonardo nello stabilimento di Nerviano (Milano). Le prove, durate quattro mesi, si sono svolte nei laboratori del CISAS di Padova in una camera speciale, dove sono state simulate operazioni in ambiente marziano: suolo roccioso, temperature comprese tra -100°C e +35°C e una atmosfera di anidride carbonica ad una pressione di 5-10 millibar. La trivella ha dimostrato di essere pronta a svolgere la sua missione a bordo del Rover di ExoMars, quando cercherà tracce di vita, presente o passata, scavando fino a 2 metri sotto il suolo del Pianeta Rosso. Solo a tale profondità, infatti, le attività biologiche non vengono distrutte dalle radiazioni cosmiche, ed è quindi possibile trovarne prove di esistenza.
Il programma ExoMars è frutto della cooperazione tra Agenzia Spaziale Europea (ESA), Agenzia Spaziale Russa (Roscosmos) e Agenzia Spaziale Italiana (ASI), con il contributo della Nasa. La missione comprende due fasi distinte. La prima è stata effettuata nel 2016, quando è stata portata la sonda (TGO – Trace Gas Orbiter) in orbita intorno a Marte per studiarne l’atmosfera, mentre la seconda è prevista per il 2020. Quest’ultima vedrà la presenza di un Rover automatico che, grazie alla trivella, appena qualificata, potrà prelevare campioni di terreno.