Con un tweet, il presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), Roberto Battiston, ha dato l’annuncio della firma, in occasione dell’Intermediate Ministerial Meeting di Madrid (preparatorio alla ministeriale Esa del 2019), dell’accordo sullo sfruttamento dei lanciatori europei per i lanci istituzionali. A farne parte Italia, Francia, Germania, Spagna, Svizzera ed Agenzia spaziale europea (Esa). “Un passo importante – scrive Battiston – per garantire l’accesso allo spazio dell’Europa”.
L’accordo riguarda i lanci governativi da effettuare con il nuovo lanciatore pesante dell’Agenzia spaziale europea Ariane 6, concepito in 2 versioni (alcune notizie di stampa lo danno come configurabile in futuro anche per voli con equipaggio) e operativo dal 2020, e Vega C, evoluzione dell’attuale Vega, prodotto per la gran parte negli stabilimenti Avio di Colleferro. Rispetto al Vega, il nuovo lanciatore che debutterà il prossimo anno, consentirà di offrire prestazioni migliori, ad un prezzo competitivo, grazie alle nuove tecnologie implementate anche sui nuovi motori P120 e Zefiro 40. “I firmatari- fa sapere Esa in una nota – garantiscono pieno supporto all’industria e ai lanciatori europei, riconoscendo i benefici di una domanda istituzionale aggregata, per assicurare accesso indipendente allo spazio, affidabile e a costi sostenibili”. L’accordo è aperto a potenziali altri partner.
Alla riunione dei ministri europei della ricerca, ancora in corso, il tema dei lanciatori è tra i più dibattuti, come testimonia l’accordo appena raggiunto, anche alla luce della competizione in essere con le nuove “potenze” emergenti dello spazio, Cina e India su tutte. L’obiettivo principale dell’accordo è quello di assicurare una base operativa solida all’industria europea dei lanciatori e di renderla sempre più competitiva.
Ma questo potrebbe essere solo l’inizio, dal momento che a Madrid si discuterà oggi anche del “ruolo dell’Esa come Agenzia e della sua struttura”, secondo quanto dichiarato alla stampa ieri dal direttore generale dell’Agenzia spaziale europea, Jan Woerner, nonché dei passi fatti dall’Unione europea, presente nei programmi spaziali, come il sistema di navigazione satellitare Galileo e il programma Copernicus per l’osservazione della Terra. “Quello di Madrid è un incontro utile per informare i Paesi che sostengono l’Esa delle prospettive, in preparazione della conferenza Ministeriale del 2019″, spiega Roberto Battiston.
Attesa da parte italiana, anche per la prevista firma dell’accordo sul progetto del telescopio Fly-Eye, il “cacciatore” di asteroidi e comete vicini alla Terra, Neo (Near Earth Object), e di detriti spaziali. Il programma nasce da un brevetto dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e la sua installazione è prevista in Sicilia tra due anni. “Questo telescopio – ha detto Battiston – ci permetterà di osservare i Neo anche dall’Italia, grazie alle caratteristiche dell’atmosfera”. In Spagna si è parlato inoltre di applicazioni e del ruolo emergente dello spazio nel settore della safety e della security.