I telescopi di Officina Stellare puntano alla New Space Economy

Di Michela Della Maggesa

Lo spazio offre una visione d’insieme del Pianeta, preziosa anche in questo momento per gestire al meglio  un evento catastrofico come il Coronavirus. “Lo spazio è il luogo ideale dal quale raccogliere  e processare informazioni funzionali alle numerose applicazioni sviluppate a terra. In questi giorni l’osservazione della terra dall’orbita è in grado di dare un’immagine d’insieme e privilegiata della pandemia, fornendo una serie di elementi utili alla gestione dell’emergenza e al suo contenimento, come mappe ad alta risoluzione dei territori. Così come avviene con il monitoraggio dell’impatto ambientale, i dati dei nostri telescopi possono aiutare ad avere immagini ad alta risoluzione e multispettrali, che combinate tra di loro forniscono dati utili per georeferenziare, ad esempio, il posizionamento degli ospedali, ottimizzare la logistica negli approvvigionamenti, controllare zone remote e anche consentire di monitorare la corretta applicazione delle misure restrittive adottate dal governo da parte dei singoli. Oltre a questo, l’osservazione della terra è fondamentale nel monitoraggio dell’abbassamento dei livelli di inquinamento e dei tempi di recupero del nostro Pianeta, informazione molto importante”. Afferma Gino Bucciol, responsabile business development e cofondatore di Officina Stellare, Pmi veneta, attiva nella progettazione e produzione di telescopi e strumentazione ottica ed aerospaziale, sia ground-based che space-based.

Con tutte le precauzioni del caso, Officina Stellare, 40 dipendenti su due siti produttivi, è tra le aziende in questo momento operative. “Abbiamo adottato tutta una serie di misure di sicurezza per continuare la produzione – spiega Giovanni Dal Lago, amministratore delegato e cofondatore di Officina Stellare -, come la riduzione dell’orario di lavoro, la turnazione e lo smart working per molti dei nostri dipendenti”. L’azienda sta inoltre valutando un’eventuale partnership con altri soggetti industriali per partecipare al bando da 2,5 milioni di euro  appena emesso dall’Agenzia spaziale italiana, finalizzato a sviluppare idee basate su asset spaziali (come le comunicazioni satellitari, l’osservazione della terra, la navigazione satellitare) per contrastare l’emergenza Coronavirus.

In attesa di tornare a pieno regime e di aprire nuove sedi commerciali – nei piani ce ne sono due, una negli Stati Uniti ed una in Asia, “pensiamo a Hong Kong” -, l’azienda ha approvato il progetto di bilancio al 31 dicembre 2019, a circa un anno dalla quotazione in Borsa. Officina Stellare ha visto una forte crescita di tutti i dati economici, in linea con il piano industriale. Il valore della produzione è pari a 7,9 milioni di euro, l’EBITDA a 2,9 milioni, mentre l’EBIT è pari a 1,9 milioni di euro, il 24% del valore della produzione, in crescita del 197% rispetto al 2018.

“Questo esercizio, il primo dopo la quotazione, si è chiuso con un valore della produzione in aumento del 59% e l’EBITDA margin cresce al 37%. Sono risultati che confermano il nostro ruolo di realtà di riferimento nel sempre più interessante settore della Space Economy. Con la raccolta derivata dalla quotazione stiamo realizzando il piano d’investimenti in tecnologia e ricerca comunicato in fase di IPO, continuiamo ad accrescere la capacità produttiva in-house e ad assumere il personale necessario alla realizzazione della prima “Space Factory” in Italia, colmando così un gap industriale caratteristico dell’attuale realtà nazionale. Continuiamo quindi ad implementare con decisione il nostro piano di sviluppo e a sfruttare le numerose opportunità commerciali. Al contempo, stiamo operando per mitigare il più possibile gli effetti dell’emergenza sanitaria in atto in tutto il mondo grazie anche alla possibilità di continuare a produrre in quanto azienda strategica per lo sviluppo nazionale e al vantaggio di avere clienti geograficamente molto diversificati.” Commenta Dal Lago.

Grazie all’elevata qualità dei suoi prodotti, riconosciuti tra i migliori sul mercato, Officina Stellare è cresciuta rapidamente negli ultimi anni incrementando i ricavi nei settori dove opera: aerospaziale, difesa e osservazione ad alta risoluzione della terra tramite telescopi spaziali. La società con sede a Sarcedo (Vicenza)  è attualmente è al lavoro per consolidare la propria leadership nella “New Space Economy” come prima Space Factory, ovvero come azienda che dispone interamente in-house di tutte le conoscenze e le capacità necessarie allo sviluppo, alla realizzazione e alla messa in funzione dei prodotti e di complessi progetti ingegneristici opto-meccanici in tutti gli ambiti di applicazione.

“La Space Factory – afferma Gino Bucciol – è un luogo dove si progettano e si costruiscono oggetti destinati alla New Space Economy che, basata sulla democratizzazione dello spazio, sta aprendo sempre più il mercato agli operatori commerciali”.  “Sono pochissimi al mondo ad avere l’intera catena del valore internamente”. Prosegue Bucciol. “Alcuni dei grandi player mondiali hanno capacità nei nostri stessi segmenti di produzione, ma spesso si tratta di integratori, che non hanno in house l’intera filiera,  che va dalla progettazione, all’integrazione e test. Questo ci da un time to market più agile e veloce, ci permette di essere competivi sul mercato e di essere un soggetto interessante per la New Space Economy”.

Officina Stellare, che in questo momento ha trattative in corso per importanti progetti, “diversificati tra loro, a conferma della nostra specificità in applicazioni diverse tra di loro”, è attiva, come detto, nel campo della ricerca, della difesa e in ambito spazio. “L’alta tecnologia, in particolare quella applicata alla ricerca e all’aerospazio è una nicchia che si declina in settori diversi tra di loro, pur avendo una componente opto-meccanica che li caratterizza trasversalmente. I nostri telescopi pertanto sono interessanti per tanti soggetti. In Italia siamo gli unici e tra i pochi al mondo”, afferma Bucciol. L’export rappresenta la quasi totalità del volume d’affari di Officina Stellare. Nelle Americhe va oltre il 53% della produzione, il 35% in Europa e l’11% circa è diretto in Asia.

Officina Stellare annovera tra i propri clienti moltissime realtà di primaria importanza come la Nasa, il KASI (Korea Astronomy and Space Institute) e altre importanti Agenzie spaziali, e collabora con significativi player internazionali corporate e governativi del mercato aerospaziale e della difesa. In ambito nazionale collabora con l’Aeronautica Militare e le aziende del gruppo Leonardo. “I nostri rapporti con gli importanti player nazionali  – afferma Gino Bucciol – si va intensificando. Le nostre peculiari capacità sono interessanti per molti di essi. Finora siamo cresciuti molto all’estero, ma la visibilità ottenuta grazie alla quotazione sta aprendo importanti fronti di collaborazione anche interni, accrescendo di molto la nostra penetrazione nel mondo istituzionale”. Tra gli obiettivi di breve termine dell’azienda italiana troviamo l’accelerare sulla divisione Space, con particolare riferimento all’osservazione della terra, il trasporto dell’informazione tramite laser grazie a speciali telescopi ottici che fungono da “antenne”, “promettente business del futuro”, e rafforzamento del settore difesa, ad oggi un’attività di nicchia. In questo particolare segmento, le immagini fornite dai telescopi Officina Stellare vengono usate nei poligoni di tiro per lo sviluppo delle capacità di missili balistici, in Italia quanto all’estero.