Dopo Cina, Europa, Giappone, Russia e Stati Uniti d’America, anche l’India, a seguito dell’udienza tenutasi il primo gennaio scorso presso l’ufficio brevetti preposto, ha approvato la concessione del brevetto di proprietà del DASS relativo al processo per garantire il sostentamento di missioni umane utilizzando le risorse disponibili su Marte, quali suolo e relativi componenti come pure anidride carbonica di cui l’atmosfera marziana è quasi completamente costituita, per ottenere ossigeno, fertilizzanti, propellenti e biomassa edibile.
La tecnologia, per cui sono state riconosciute le caratteristiche di innovatività necessarie alla concessione, prevede numerosi stadi tra loro notevolmente interconnessi che possono essere suddivisi in due sezioni: una contraddistinta da processi di tipo chimico-fisico dalla quale si possono ottenere ad esempio fertilizzanti e l’altra che contempla operazioni unitarie a carattere biologico da cui si produce biomassa edibile anche con l’impiego di microalghe.
“Il DASS è orgoglioso di questo risultato – sostiene il presidente Giacomo Cao – perché consente di accrescere il valore del proprio patrimonio brevettuale in un settore strategico quale lo sviluppo di nuove tecnologie per l’esplorazione dello spazio che recepiscano uno dei paradigmi coniati dalla Nasa ovvero siano basate sull’ utilizzazione di risorse disponibili sul posto in modo da consentire un abbattimento dei costi e l’allungamento dei tempi di missione”.
“In questo periodo di difficoltà causate dalla pandemia , consapevoli del fatto che il nostro compito non sia quello di anticipare il futuro ma di renderlo possibile – prosegue Cao – è importante sottolineare come il DASS contribuisca con i propri brevetti alla necessità tecnologica enfatizzata anche da Elon Musk, ovvero quella di sviluppare l’accesso allo spazio a costi sostenibili per l’umanità, consci del pericolo per la civiltà umana che, se non si espanderà oltre i limiti della Terra, può rischiare l’implosione. Il progetto Small Mission to Mars, che è stato recentemente presentato agli organi di stampa e coinvolge diversi soci del DASS, tra i quali la società Avio, il Centro Italiano Ricerche Aerospaziali, l’Università di Cagliari come pure altri soggetti pubblici e privati provenienti globalmente da quattro regioni italiane, tra cui la Sardegna che considera il settore aerospaziale strategico per lo sviluppo e l’occupazione, va esattamente in questa direzione”.