L’occhio di Copernicus sui migranti

Di Ezio Bussoletti

L’estate non è cominciata bene quest’anno nel Mediterraneo: un’onda di calore che non accenna a calmarsi ha superato, di molto, le medie stagionali. A questo si aggiungono migliaia di migranti che si ammassano sulle coste meridionali per cercare di raggiungere l’Europa: a oggi sono oltre 83mila quelli già sbarcati in Italia. In questo quadro si inserisce l’iniziativa organizzata dall’Agenzia spaziale europea e dalla passata presidenza europea maltese dal titolo “Space solutions for resilience in the Mediterranean”.

L’idea è di utilizzare le potenzialità offerte dallo spazio per contribuire in maniera seria sia al raggiungimento degli obiettivi strategici Onu sullo Sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 sia a fornire mezzi adeguati ai referenti istituzionali per un monitoraggio del fenomeno migratorio che sta assumendo sempre più connotazioni bibliche. L’Osservazione della Terra può fornire un aiuto quando il problema migratorio è prodotto, tra l’altro, da disastri e conflitti. Inoltre, i programmi spaziali europei, in primis il programma Copernicus con le sue varie Sentinelle, possono giocare un ruolo significativo nelle politiche europee di preservazione dell’ambiente e nell’ambito della sicurezza in senso ampio: dal supporto alla Guardia costiera dei vari Paesi, a una possibile integrazione col Programma Frontex. L’Osservazione della Terra rappresenta un supporto al raggiungimento degli obiettivi Onu dell’Agenda 2030 poiché contribuisce al monitoraggio delle risorse naturali e dello stato dell’ambiente e fornisce i dati necessari alla creazione degli opportuni indicatori statistici per lo studio dei vari fenomeni. Copernicus, con i suoi servizi gratuiti, offre strumenti fondamentali per il raggiungimento di qualunque obiettivo ambientale, di sicurezza, di assistenza umanitaria e socio-economica verso Paesi meno favoriti qualificandosi come uno strumento strategico importante a supporto degli obiettivi della politica estera europea.

I nuovi organismi comunitari, come ad esempio l’European border and coast guard, così come tutti gli altri attori europei della politica comunitaria, potranno finalmente avvalersi, attraverso Copernicus e i suoi servizi, di uno strumento estremamente versatile ed efficace per la realizzazione delle loro attività. Da non dimenticare il contributo alle problematiche globali legate agli oceani, alla loro sicurezza e alla loro salute ambientale: in questo contesto la Western mediterranean strategy rappresenta un filone importante del tema globale della Blue economy che servirà a coinvolgere ulteriormente, con l’Europa, i Paesi del lato sud del Mediterraneo e i membri dell’African union in un’ottica win-win di interesse comune e nel rispetto dei singoli ruoli. La conferenza non ha trascurato una sessione dedicata a “come” sia possibile sostenere lo sviluppo economico dei Paesi coinvolti nel fenomeno migratorio. È chiaro che il Programma di Osservazione della Terra potrà svolgere un importante ruolo di catalizzatore di iniziative e servizi, sino ad oggi non sufficientemente sviluppati, che favoriranno la crescita delle numerose Pmi che caratterizzano il panorama europeo del settore. Un primo passo importante è stato compiuto in un momento politicamente delicato per l’Europa, ora si tratterà di continuare e crescere credendoci.