Trenta mesi, quattro milioni di euro e l’obiettivo di rivoluzionare alcuni componenti dei lanciatori spaziali del futuro. Sono questi, in estrema sintesi, i caratteri di Generazione E, il progetto guidato dal Distretto aerospaziale della Sardegna e presentato ieri a Roma alla Casa dell’Aviatore.
LA MINISTERIALE ESA
L’evento, che ha riunito esperti e addetti ai lavori, è arrivato in un momento particolarmente delicato per l’Italia dello Spazio, tra il cambio al vertice dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) e l’avvicinarsi della prossima ministeriale Esa, in programma a novembre a Siviglia e decisiva per il futuro del lanciatore Vega. Infatti, hanno convenuto gli intervenuti al convegno, considerato che l’Italia ha investito ingenti risorse in questo progetto, un cambio di direzione da parte dell’agenzia europea sarebbe estremamente problematica per il lanciatore italiano. In questo contesto, considerato che generalmente i test relativi ai mezzi di propulsione non sono effettuati in Italia, il fatto che il poligono di Salto di Quirra verrà impiegato per testare alcuni lanciatori prova indubbiamente l’importanza di tale progetto, si è notato a Roma.
GENERAZIONE E
Nello specifico, il progetto Generazione E avrà una durata prevista di 30 mesi e un budget di 4 milioni di euro, di cui due a carico del Miur. È coordinato dal distretto aerospaziale della Sardegna (Dass), in qualità di capofila di un ampio parternariato che comprende dal punto di vista formale il dipartimento di ingegneria meccanica, chimica e dei materiali dell’Università di Cagliari, il Centro italiano ricerche aerospaziali (Cira), la società Innovative Materials, il Centro ricerca aerospaziale sapienza (Cras) dell’omologa Università di Roma, il Distretto tecnologico azionale sull’energia (DiTNE), la società Sophia High Tech, e in termini collaborativi l’Università di Perugia e Avio. “Siamo particolarmente orgogliosi del risultato raggiunto che consente ad alcuni soci, quali l’Università di Cagliari, titolare di una quota progettuale di circa un milione e quattrocento mila euro, il Cira e la Innovative materials, di poter contribuire”, ha spiegato il presidente del Distretto aerospaziale della Sardegna (Dass) Giacomo Cao.
GLI OBIETTIVI
Generazione E sarà finalizzato alla ricerca e sperimentazione di materiali, sistemi diagnostici e di controllo ambientale per i veicoli di trasporto spaziale di generazione evoluta. I principali obiettivi, nell’ambito del settore della propulsione spaziale, riguardano infatti l’analisi delle relative prestazioni attraverso modelli calibrati su risultati di test a terra, lo sviluppo di metodi di caratterizzazione di materiali ad alta temperatura, la realizzazione di un prototipo per l’abbattimento delle emissioni per prove a terra e lo sviluppo di tecniche di diagnostica avanzata. Oltre a rappresentare una grande opportunità per fare “sistema” all’interno dell’Italia, il progetto Generazione E prevede anche obiettivi di elevato valore tecnologico e scientifico. Infatti, come evidenziato dal presidente del consorzio DiTNE, Arturo de Risi, e il direttore del dipartimento di ingegneria dell’innovazione dell’Università del Salento, Antonio Ficarella,“la partecipazione alle attività di tale progetto consentirà un ulteriore consolidamento delle capacità e competenze del Paese e della Puglia in un settore fondamentale e trainante per lo sviluppo tecnologico”.
SPACE PROPULSION TEST FACILITY
Generazione E è un’iniziativa multi regionale che consentirà a una vasta platea di attori di poter contribuire direttamente all’iniziativa Sptf (Space propulsion test facility) annunciata da Avio nel luglio 2017, e in parte già avviata in Sardegna. Come sostenuto dal professor Marcello Onofri tale iniziativa avrà il fine di favorire la partecipazione tra pubblico e privato, ponendosi come uno strumento finalizzato a garantire il corretto finanziamento dei progetti spaziali. D’altra parte, ha aggiunto, “la programmazione dei lanciatori europei dei prossimi anni è al centro delle attenzioni di governi, agenzie e industrie”. Da parte sua, ha detto concludendo, “l’Italia deve consolidare e sviluppare il successo ottenuto dal Vega grazie agli importanti investimenti degli scorsi anni e alla intuizione e capacità del proprio sistema spaziale nazionale”.