Mentre si discute di razionalizzare il comparto della difesa, e mentre si parla di un “Airbus dei mari”, spesso non si tiene conto che un campione continentale dello spazio già esiste. È la Space Alliance italo-francese, frutto degli accordi tra il colosso italiano Leonardo e quello francese Thales. Articolo già pubblicato sulla rivista Airpress
Tra fine maggio e inizio giugno, 600 esperti del settore spaziale si sono ritrovati a Marsiglia per l’edizione 2018 di SpaceOps, la conferenza internazionale ospitata dall’Agenzia spaziale francese (Cnes) e organizzata insieme all’American institute of aeronautics and astronautics (Aiaa). Durante la rassegna, ha fatto poco notizia una novità in realtà molto interessante: Thales Alenia Space e Telespazio hanno partecipato per la prima volta con un unico stand targato Space alliance. Potrebbe apparire un elemento marginale, ma così non è, e lo dimostra la grande difficoltà che sta incontrando l’Europa sul fronte dell’integrazione industriale.
Difatti, mentre si discute di razionalizzare il comparto della difesa, e mentre si parla di un “Airbus dei mari”, spesso non si tiene conto che un campione continentale dello spazio già esiste. È proprio la Space Alliance italo-francese, frutto degli accordi tra il colosso italiano Leonardo e quello francese Thales. A comporre l’alleanza, ci sono le due joint venture sorelle: Thales Alenia Space (67% Thales e 33% Leonardo) e Telespazio (con percentuali invertite). Nata del 2005, si configura come una partnership strategica tra i due principali gruppi industriali di Italia e Francia, una realtà ormai consolidata, che però (è bene sottolinearlo) è il frutto di una scelta che si è mossa in direzione della collaborazione bilaterale quando ancora non si parlava di integrazione industriale del Vecchio continente.
La scelta sembra essersi rivelata vincente, con due soggetti complementari che oggi si collocano tra i leader mondiali nei rispettivi segmenti: Thales Alenia Space per i sistemi satellitari, e Telespazio per i servizi a essi collegati. Così, la Space Alliance può contare su un’offerta completa, che spazia dal campo della comunicazione alla navigazione, passando per l’osservazione della Terra e la ricerca scientifica. Il tutto con applicazioni duali, militari e civili. Nonostante i rispettivi campi di lavoro, le due realtà puntano al consolidamento delle strategie internazionali sui maggiori programmi. Ciò viene perseguito attraverso gli incontri periodici di uno steering committee, presieduto dagli amministratori delegati delle due società. Il risultato è evidente: le due realtà sono protagoniste dei maggiori programmi continentali.
Per Copernicus, il sistema di osservazione della Terra, Thales Alenia Space è prime contractor per la prima e la terza famiglia di sentinelle (i satelliti che compongono la costellazione), mentre Telespazio ha un ruolo di primo piano nel segmento di terra (per l’ultima missione, Sentinel-3, l’azienda ha sviluppato il segmento Pdgs che permette di elaborare i dati e utilizzarli entro tre ore dall’acquisizione dei dati). Per Galileo, il sistema di navigazione satellitare a copertura globale, Telespazio ha realizzato e gestisce presso il Centro del Fucino uno dei due centri di controllo che gestiscono la costellazione, mentre Thales Alenia Space è responsabile delle attività di supporto industriale relative a progettazione, prestazione, integrazione e validazione del sistema.
Tale ruolo è il frutto di un’esperienza industriale e tecnologica che precede, e di molto, la firma della partnership nel 2005. Per il lato italiano, tutto ebbe inizio nel 1961, quando il presidente di Italcable e l’amministratore delegato della Rai firmarono l’atto costitutivo di Telespazio, con l’obiettivo di partecipare alle sperimentazioni nel campo delle telecomunicazioni via satellite. Guidati da Piero Fanti, tecnici e ingegneri di Telespazio diedero il via dal Fucino a un’avventura che, passando per l’inaugurazione del Centro spaziale nel 1967 da parte di Aldo Moro, partecipò alle tappe più significative della storia spaziale del Paese. Poi, nel 2005, la scelta che ha anticipato i tempi: un’alleanza strategica con i cugini d’oltralpe. Nel frattempo, Telespazio è diventata una realtà transnazionale, con otto società in sette Paesi e le due joint venture Spaceopal (con l’Agenzia spaziale tedesca) ed e-Geos (con l’Agenzia spaziale italiana).
A ogni modo, Leonardo lavora nello spazio anche con la propria divisione Sistemi avionici e spaziali, la quale offre un’ampia gamma di strumenti, sottosistemi, sensori e prodotti high-tech per missioni di osservazione della Terra, esplorazione del cosmo, navigazione e telecomunicazione. Tra questi, da ultimo, è partito verso Marte il sensore stellare realizzato presso gli stabilimenti di Campi Bisenzio (Firenze), con il compito di guidare verso il Pianeta rosso la missione Insight della Nasa. Poi, c’è la partecipazione minoritaria dell’azienda di piazza Monte Grappa in Avio, la società di Colleferro specializzata in lanciatori spaziali e sistemi propulsivi. Con l’operazione che ha portato Avio a debuttare in Borsa nell’aprile del 2017, Leonardo ha aumentato la propria partecipazione dal 14% a circa il 28%. Insomma, in attesa di capire come si razionalizzerà il comparto difesa, lo spazio già rappresenta un’importante realtà di collaborazione continentale.