La best practice dell’Agenzia spaziale italiana nel ricorso alle aziende partecipate

Di Redazione Airpress

Il punto di Mauro Piermaria, responsabile Partecipazioni societarie dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), pubblicato sull’ultimo numero di Airpress

La stessa origine delle partecipazioni statali, come strumento di attuazione dell’intervento dello stato nell’economia negli anni della post-ricostruzione e del boom economico, ne definiva la natura strategica portandola alle estreme conseguenze con le grandi imprese pubbliche, l’Iri e la creazione del ministero delle Partecipazioni statali. Oggi, in un mondo continuamente in evoluzione, e dopo “l’irrazionale esuberanza” delle privatizzazioni della fine del secolo scorso, le società a partecipazione pubblica sono uno strumento estremamente interessante e ancora molto diffuso nel nostro paese. Al punto che sono state oggetto di una notevole produzione normativa che negli ultimi anni ha teso a regolarne l’utilizzo e prevenirne le distorsioni sul mercato e i fenomeni corruttivi. Colpevolmente minore, invece, l’interesse per la misurazione delle loro performance e sull’effettivo raggiungimento degli obiettivi strategici delle stesse, il vero punto di forza che ne giustifica l’esistenza.

Nella promozione della Space economy, le partecipazioni societarie dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) rivestono un fondamentale ruolo d’implementazione delle strategie nazionali. Non c’è certo bisogno di andare a pescare in altri business per capire la ratio dell’intervento dello Stato in settori di mercato assenti o che necessitano di una spinta iniziale. La stessa space race, nata da esigenze politicostrategiche, ha visto lo Stato-imprenditore creare e potenziare i diversi settori scientifici e tecnologici che costituiscono la filiera dell’industria spaziale. Oggi, le partecipazioni dell’Asi hanno una duplice missione: da una parte la realizzazione di società, consorzi e fondazioni per la produzione di servizi innovativi, dall’altra sono uno strumento finalizzato al raggiungimento di tutti gli obiettivi dell’Asi, nei campi della ricerca applicata, del trasferimento tecnologico, dei servizi applicativi, dell’innovazione in generale.

La “partecipazione strategica” non può però diventare una medaglia utile per mantenere in piedi cose che altrimenti non esisterebbero, ma richiede una verifica sistematica dell’aderenza alle finalità istituzionali dell’Agenzia. È inoltre necessaria un’attenzione alla creazione di valore economico e alla stabilità economico-finanziaria, e una gestione attiva e coerente nelle diverse fasi: funzioni di controllo e indirizzo, designazione di rappresentanti competenti negli organi, con largo uso di dipendenti, attenzione alle norme sulla trasparenza e anti-corruzione. Nel quadriennio 2014-2018, coincidente con il mandato della presidenza Battiston, l’Agenzia ha considerato la gestione delle proprie partecipazioni societarie uno dei pilastri della propria azione. Tutte sono state al centro di processi di riorganizzazione, razionalizzazione e di m&a tesi a riportare le realtà nell’ambito delle linee di indirizzo strategiche sopra identificate.

La società Asitel che si sarebbe dovuto occupare di telecomunicazioni satellitari, per sostanziale inattività e non rispondenza alle attuali strategie è stata posta in liquidazione mentre per il Consorzio Geosat Molise si è proceduto al recesso a causa della inattività dello stesso. Altec spa, la partecipata di Torino ha visto l’uscita del socio di minoranza Icarus, un ampliamento dell’oggetto sociale funzionale allo sviluppo di attività, investimenti e acquisizioni nei settori innovativi della Space economy, e una modifica alla governance necessaria a tale scopo con la stesura del primo piano strategico pluriennale. È stata costituita la Fondazione E. Amaldi, una fondazione di partecipazione in ambito privatistico, primo modello del genere in Italia, nel campo della ricerca applicata e del trasferimento tecnologico, ispirata al modello Fraunhofer tedesco.

La società Elv ha subito una importante operazione straordinaria consistente nell’acquisto del suo ramo di azienda relativo alla realizzazione del lanciatore Vega da parte di Avio spa. L’operazione, necessaria per l’adeguamento alla nuova governance europea sui lanciatori e tesa a una riconfigurazione della sua mission è arrivata dopo il raggiungimento dell’obiettivo iniziale di realizzare un lanciatore nazionale, e ha portato all’Asi il recupero di una notevole plusvalenza quantificabile in circa sette volte l’investimento iniziale, e infine ha fatto nascere una nuova società più piccola, rinominata SpaceLab concentrata sulle attività di R&S nell’ambito della propulsione e trasporto spaziale.

A questo si aggiunge che grazie ai nuovi poteri di intervento concessi dal Testo unico Madia sulle partecipate indirette, l’Agenzia ha potuto procedere alla revisione straordinaria delle partecipazioni della sua controllata Cira scpa, richiedendo operazioni di razionalizzazione e chiusura per 11 società sulle 13 esistenti. Accanto agli strumenti normativi concessi sarebbe però auspicabile affiancare ulteriori valutazioni specificatamente calate nelle realtà analizzate come ad esempio: il grado di raggiungimento delle mission aziendali, le performance economico-finanziarie in particolare di sostenibilità finanziaria di medio periodo e di valore economico aggiunto e la capacità effettiva di incisione dei processi di governance. In questo modo, è possibile avere gli strumenti per sviluppare una efficace gestione delle partecipazioni pubbliche che possano contribuire a raggiungere gli obiettivi dell’ente e contemporaneamente a generare effetti economici di sviluppo, produrre utili e creare valore per il cittadino.