L’italia festeggia Cosmo-SkyMed e pensa alla terza generazione

Di Michela Della Maggesa

Alla presenza della ministra dell’Istruzione, Università e Ricerca, Valeria Fedeli, del segretario generale della Difesa e direttore nazionale degli Armamenti, generale Carlo Magrassi, del capo di stato maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano, del presidente dell’Agenzia spaziale italiana, Roberto Battiston, e dell’amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo, si è svolto oggi al MAXXI l’evento “Happy Birthday Cosmo-SkyMed #10”, a dieci anni dal lancio del primo satellite della costellazione duale che ha cambiato il modo di osservare la Terra dallo spazio. L’incontro ha celebrato i successi della più impegnativa impresa realizzata dall’Italia nel campo dell’Osservazione radar della Terra (SAR) ed è stato l’occasione per porre l’accento sulle capacità del sistema Paese, che, grazie alla collaborazione tra enti, istituzioni, ricerca, università e industria, ha saputo costruire un insieme di satelliti senza uguali e assicurarsi una posizione preminente nel settore a livello mondiale.

Cosmo-SkyMed è l’unica costellazione di osservazione della Terra ad uso duale oggi esistente a livello globale. Nei primi dieci anni di attività ha catturato oltre 1 milione di scene radar in tutto il mondo, 24 ore su 24 in ogni condizione meteorologica e di visibilità: dal contributo alla sicurezza nazionale al supporto alle popolazioni colpite da disastri naturali come i terremoti dell’Aquila nel 2009 e di Amatrice del 2016, il ciclone Nargis in Birmania nel 2008 o l’uragano Harvey quest’anno, dal monitoraggio della deforestazione in Amazzonia alla fornitura di dati e strumenti per un’agricoltura sostenibile, dal controllo dei siti Unesco al monitoraggio del recedere dei ghiacci nelle regioni polari, fino al controllo degli sversamenti di petrolio nel Golfo del Messico in seguito all’esplosione della piattaforma Deepwater Horizon nel 2010.

“Cosmo-SkyMed dimostra che c’è un sistema Paese che funziona”. Ha detto la ministra Fedeli, spiegando che investire in sinergia dà frutti tangibili, che si traducono, da un lato in attrattività per il Paese, e dall’altro, in competenze per i suoi ricercatori. “Lo spazio – ha dichiarato il ministro – è fondamentale per i nostri investimenti, in quanto questi si traducono in conoscenze e quindi in benessere. Inoltre è un settore in grado di unire, una space diplomacy capace di creare partnership internazionali con altri Paesi, come ad esempio la Cina o gli Stati Uniti”. “Senza le capacità che lo spazio ci offre – ha sottolineato – rischiamo di diventare consumatori di altri, mentre dobbiamo continuare ad essere produttori di conoscenze e servizi”.

Finanziato dall’Agenzia spaziale italiana, dal ministero della Difesa e dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Cosmo-SkyMed è espressione delle migliori competenze dell’industria spaziale italiana, con Leonardo e le sue joint venture Thales Alenia Space e Telespazio, coadiuvate da un numero significativo di Piccole e Medie Imprese. In particolare, Thales Alenia Space è la capocommessa, responsabile dell’intero sistema, Telespazio ha realizzato invece il segmento di terra e ospita al Fucino il centro di comando e controllo della costellazione, mentre i dati vengono commercializzati in tutto il mondo da e-GEOS, joint venture tra Telespazio e Asi.

Cosmo-SkyMed ha consentito all’industria italiana di acquisire competenze senza eguali tanto nella tecnologia radar di osservazione della Terra, quanto nei servizi e nelle applicazioni di geo-informazione. “Questo programma rappresenta un esempio di partnership pubblico-privato che ha funzionato. Nessuno avrebbe potuto andare da solo in un progetto del genere, che negli anni ha visto accordi per l’utilizzo dei dati della costellazione in Europa, Asia, Sudamerica, Usa e Canada, conquistando un ruolo da protagonista in questo mercato”. Ha detto Alessandro Profumo. “A 10 anni dal lancio del primo satellite, Cosmo-SkyMed rappresenta un’infrastruttura strategica; mantenerla all’avanguardia con il lancio di satelliti di seconda generazione che permettano un completo rinnovo della costellazione e sviluppare ulteriori generazioni del sistema è fondamentale per preservare il primato del nostro Paese in un mercato in continua evoluzione”.

“L’Italia – ha detto Battiston – è stata lungimirante nell’attivare e realizzare un sistema che evolverà ancora con il lancio di due nuovi satelliti, nel 2018 e nel 2019. Abbiamo messo in atto azioni congiunte che hanno ricadute industriali tangibili in una cornice europea”. A partire dal 2018, la seconda generazione del sistema, prenderà progressivamente il posto di quella attuale, migliorando efficienza e capacità in settori fondamentali per la sicurezza e la protezione del Pianeta. Ma Cosmo-SkyMed non si fermerà con la seconda generazione, che tuttavia rispetto alla prima ha richiesto considerevoli sforzi, dato il difficile contesto economico di questi anni. “Dobbiamo garantire un futuro al programma – ha detto in proposito Battiston -, le discussioni sono in corso, che possa sfruttare anche le capacità sviluppate per satelliti radar di nuova generazione (piattaforme più piccole rispetto agli attuali in orbita, ma a più alta risoluzione, ndr), magari più numerosi e in grado di garantire una più ampio tempo di rivisita dei luoghi di interesse, secondo quella che è l’attuale tendenza nell’ottico e nell’iperspettrale, e quindi probabilmente sarà così anche per il SAR”. “Non abbiamo ancora elementi dimensionanti – ha aggiunto -, ma abbiamo un’esperienza duale straordinaria, con applicazioni commerciali in crescita. Ci troviamo in un contesto di space economy che sta mettendo i dati satellitari sempre più al centro delle attività economiche e pertanto, sentiamo l’esigenza di pianificare il futuro”.

Anche se ancora non si sa come evolverà la costellazione, la terza generazione avrà una caratteristica molto innovativa, che la differenzierà tanto dalla prima quanto dalla seconda generazione. “Il dialogo tra Asi, Difesa e industria per capire come e dove andare sulla base delle esperienza finora raccolte è aperto”. Ci spiega Luigi Pasquali, amministratore delegato di Telespazio. “Si tratterà di rovesciare il paradigma offerto dalle precedenti generazioni; ossia partire non tanto dallo sviluppo tecnologico, ma dalle esigenze degli utenti (civili e militari, ndr)”. “Questo significa stabilire a monte i requisiti e solo attorno ad essi costruire la tecnologia. Su questo si baserà la terza generazione”.

La Difesa utilizza il 30% circa del sistema. “Cosmo-SkyMed – ha detto oggi il generale Magrassi – è uno strumento fondamentale per capire cosa sta succedendo. Riesce a dirci cosa c’è sul territorio, dando al mondo militare le informazioni che gli servono per poter prendere delle decisioni”. Il generale Magrassi nel suo intervento ha ricordato anche il primato tecnologico della costellazione e la possibilità che offre alla Difesa, che si muove nell’ambito di alleanze internazionali, di poter scambiare dati e informazioni di intelligence con gli alleati. “Dobbiamo crescere facendo sistema – ha detto -, anche in chiave internazionale”. La tecnologia radar di osservazione della Terra rimane fondamentale per esigenze militari, dal momento che, rispetto all’ottico è in grado di vedere giorno-notte. Quello che si andrà a migliorare con un eventuale terza generazione sarà la caratteristica del sensore, sempre più preciso e discriminante.

 

 

WordPress › Errore

Si è verificato un errore critico sul tuo sito web.

Scopri di più riguardo la risoluzione dei problemi in WordPress.