Luna: la Nasa sceglie i primi fornitori per il programma Artemis, dentro anche il Giappone

Di Michela Della Maggesa

L’Agenzia Nasa accelera sulla Luna e lo scorso 31 maggio ha selezionato tre fornitori commerciali statunitensi nell’ambito del programma Artemis, che riporterà l’uomo sul nostro satellite entro il 2024. In particolare, sono state scelte tre aziende per portare sul suolo lunare con dei lander carichi scientifici e tecnologici. Ogni lander trasporterà strumenti che serviranno a condurre ricerche e a dimostrare le tecnologie necessarie al ritorno degli astronauti sulla Luna.

“La selezione di questi fornitori commerciali rappresenta il ritorno dell’America sulla superficie della Luna per la prima volta da decenni e un grande passo per il progetto di esplorazione spaziale Artemis”, dichiara il numero uno della Nasa, Jim Bridenstine. “Il prossimo anno le nostre ricerche si concentreranno sulla superficie lunare, che ci aiuterà a supportare l’invio della prima donna e del prossimo uomo in cinque anni. Investire in questi servizi di allunaggio commerciale è poi un elemento utile alla costruzione di una space economy oltre l’orbita bassa terrestre”.

Nella loro offerta, ogni partner ha proposto di portare sulla Luna strumenti specifici. Entro la fine dell’estate, la Nasa comunicherà quali payload andranno su ogni missione. Questi includono strumenti per una nuova scienza lunare, ovvero determineranno la posizione dei lander, misureranno le radiazioni lunari, valuteranno come il lavoro di lander e astronauti influenzeranno l’ambiente lunare e permetteranno lo sviluppo di nuove capacità.

Ad essere selezionati, Astrobotic di Pittsburgh, a cui sono stati assegnati 79,5 milioni di dollari e che ha proposto di portare 14 carichi entro il 2021 sul cratere Lacus Mortis, il lato più vicino della Luna; Intuitive Machines (Houston) e Orbit Beyond of Edison. Alla seconda andranno 77 milioni di dollari. La società texana ha proposto almeno cinque carichi da portare su Oceanus Procellarum, un punto oscuro del satellite terrestre. 97 milioni infine alla terza, società del  New Jersey, che ha proposto alla Nasa di trasportare sul Mare Imbrium quattro carichi entro il 2020.

“Questi lander sono solo l’inizio di una entusiasmante partnership commerciale che ci porterà più vicini alla soluzione di tanti misteri scientifici della nostra Luna, del sistema solare e oltre”. Afferma Thomas Zurbuchen, associate administrator Science Mission Directorate della Nasa. “Ciò che apprenderemo non cambierà solo la nostra visione dell’universo, ma ci permetterà di preparare le nostre missioni umane sulla Luna e poi su Marte”.

Oltre ai payload, ciascun partner fornirà alla Nasa servizi di integrazione del carico, lancio e allunaggio. Queste prime missioni consentiranno importanti dimostrazioni tecnologiche utili allo sviluppo di futuri lander e di altri sistemi necessari all’esplorazione umana. Aiuteranno inoltre l’Agenzia a inviare astronauti su Marte. “La Nasa è impegnata a lavorare con l’industria per il prossimo round dell’esplorazione lunare”. Spiega, Chris Culbert, program manger del Commercial Lunar Payload Services (CLPS) di Houston.

Poco tempo prima, l’Agenzia Nasa aveva selezionato l’americana Maxar Technologies per sviluppare e dimostrare i sistemi di propulsione, potenza e comunicazione del Lunar Gateway, l’avamposto lunare che permetterà ai futuri equipaggi di raggiungere la Luna. Maxar costruirà l’elemento chiave del Gateway che fornirà potenza ed energia elettrica, grazie a una serie di  pannelli solari. Il contratto avrà una durata iniziale di 12 mesi, seguito da prolungamenti opzionali di 26 e 14 mesi e da altri due, da 12 mesi ciascuno. In seguito, i sistemi potranno essere acquisiti dalla Nasa.

Il programma Artemis sarà articolato in due fasi: la prima sulla velocità di atterraggio degli astronauti sulla Luna entro il 2024, mentre la seconda servirà a stabilire una presenza umana attorno alla Luna, entro il 2028. Dopodiché ci si preparerà per l’arrivo dell’uomo su Marte. Al programma americano parteciperà il Giappone, anche se le modalità non sono state ancora rese note. “Sono lieto di confermare che il primo ministro Abe e io abbiamo concordato di espandere la cooperazione delle nostre nazioni nell’esplorazione dello spazio umano”, ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, nei giorni scorsi. “Il Giappone – ha aggiunto – si unirà alla nostra missione per inviare nello spazio gli astronauti degli Stati Uniti, andremo sulla Luna, andremo presto su Marte”.