Il cosmonauta italiano Walter Villadei di nuovo in Russia per l’addestramento

Di Stefano Pioppi

È tornato ad addestrarsi in Russia il cosmonauta italiano Walter Villadei. Presso il celebre Gagarin Cosmonauts Training Centre (Gctc) di Star City, il tenente colonnello dell’Aeronautica militare svolgerà anche corsi di sopravvivenza, una serie di voli a gravità zero e il passaggio alla nuova versione della navicella Soyuz MS. “Sono estremamente contento dell’opportunità di riprendere l’addestramento, così come mi sento onorato per la fiducia ricevuta in questi mesi di attività intensa in Italia”, ci ha detto Villadei, che abbiamo raggiunto telefonicamente appena arrivato al centro russo. “Riprendo l’addestramento con grande concentrazione e determinazione”.

I RECENTI INCARICHI

Il cosmonauta italiano torna ad addestrarsi dopo due anni e mezzo di interruzione, un periodo che lo ha visto impegnato in numerosi incarichi. Su mandato della presidenza del Consiglio, Villadei è infatti stato delegato nazionale alla Commissione europea per il programma di monitoraggio degli space debris (la “spazzatura spaziale”), noto come Space Surveillance and Tracking (Sst) Support Framework. È stato poi membro del Comitato tecnico-scientifico dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) e docente all’Università di Roma “Tor Vergata” nell’ambito di un accordo quadro con l’Aeronautica militare. Non da ultimo, il cosmonauta ha assunto l’incarico di capo dell’Ufficio Politica spaziale ed operazioni dell’Ufficio generale per lo Spazio dello Stato maggiore dell’Aeronautica. Nel 2016 era stato inoltre protagonista nell’avvio dell’iniziativa congiunta tra il Miur e la Difesa “Scuola: spazio al tuo futuro. La ISS: Innovatio, Scientia, Sapientia”, rivolta ai giovani studenti con l’obiettivo, aveva detto Villadei, di “portare lo spazio nelle scuole e, in futuro, una piccola parte della scuola italiana anche nello spazio”.

L’ADDESTRAMENTO IN RUSSIA

In passato, il cosmonauta aveva già acquisito presso il Gctc di Star city tutte le qualifiche abilitanti per l’assegnazione al volo, tra cui quelle di Soyuz Flight Engineer n.1, di operatore sul segmento russo della Stazione spaziale internazionale (Iss) e di attività extra-veicolare (Eva). Nei prossimi mesi, lo attende un periodo intenso durante il quale riprenderà tutte le attività, incluso il passaggio sulla nuova versione della Soyuz denominata MS, che riesce a raggiungere in poche ora la stazione orbitante. Nel nuovo programma addestrativo sono previsti anche corsi di sopravvivenza, la cosiddetta centrifuga (per addestrarsi alle sollecitazioni durante il lancio) e una serie di voli a gravità zero (0-g). Nel corpo astronautico italiano, Villadei ha d’altronde una peculiarità: essere stato interamente addestrato presso la scuola cosmonautica russa, considerata ancora oggi un centro di eccellenza internazionale, tenendo conto che dal 2011 (dopo la dismissione dello Space Shuttle) l’unica navicella utilizzata per il trasporto umano a bordo dell’Iss è stata la Soyuz.

L’OTTAVO ITALIANO IN ORBITA?

In attesa del ritorno in orbita di Luca Parmitano, pronto a partire nel 2019 come comandante della Stazione internazionale, il tenente colonnello dell’Aeronautica militare si addestra per essere l’ottavo italiano a raggiungere lo spazio-extratmosferico. Dei sette astronauti italiani ad averlo fatto, ben quattro sono d’altronde arrivati dall’Arma azzurra. Ciò grazie a un investimento importante da parte della Forza armata e di tutto il sistema Paese, a partire dall’Asi che agisce come punto di riferimento nazionale. Non a caso, l’Italia è tra i principali contributori dell’Agenzia spaziale europea (Esa), da cui dipende il Corpo astronautico europeo (Eac) nato nel 1998, quando gli Stati membri decisero di unire le proprie squadre di astronauti. Oltre alla partecipazione europea, i lanci di astronauti italiani sono inoltre possibili grazie all’accordo con la Nasa, frutto del contributo che l’eccellenza industriale del Paese ha dato all’Iss con i moduli pressurizzati MPLM. Questo “sistema” sta per essere ulteriormente rafforzato con l’attuazione della riforma della governance spaziale, predisposta dalla legge approvata allo scadere della scorsa legislatura. La norma attribuisce al presidente del Consiglio i compiti di indirizzo governativo e di coordinamento della politica spaziale nazionale, supportato in questo da un Comitato interministeriale. A tale scopo, come previsto dalla legge, il premier Giuseppe Conte ha attribuito la delega per l’aerospazio al sottosegretario Giancarlo Giorgetti, un segnale importante per il settore. L’attenzione da parte del vertice politico è emersa anche nel recente viaggio a Washington, quando il presidente del Consiglio ha evidenziato proprio la collaborazione nel settore spaziale tra Italia e Stati Uniti. Per il Paese, l’eventuale invio nello spazio del cosmonauta Villadei sarebbe un’ulteriore prova della capacità di valorizzare e sfruttare le proprie eccellenze.